<<<< Libro Tre
Riabilitazione sofferta[]
Qualche giorno dopo la cerimonia di Jinora, Korra informò gli altri della sua decisione di ritornare alla Tribù dell’Acqua del Sud per riprendersi. Sentiva il bisogno di stare da sola e sperava nelle capacità curative di Katara e Kya; pensava di poter ritornare fra qualche mese. Bolin, Mako e Asami la salutarono dal porto della città, dove si promisero a vicenda di scriversi delle lettere. Asami si offrì di accompagnarla, ma Korra le assicurò che se la sarebbe cavata da sola e che l’erede di Industrie del Futuro dovrebbe restare in città ad occuparsi della sua ditta. Così salpò con i suoi genitori, Kya e Naga.
Ma passarono tre settimane prima che Korra riuscì a convincere sé stessa di andare da Katara, nonostante fosse continuamente tormentata da terribili incubi del suo combattimento con Zaheer. Una sera si svegliò ansimante e traumatizzata e uscì con la sua sedia a rotelle per prendere una boccata d'aria fresca. Sua madre Senna la trovò sul balcone, le disse che era molto preoccupata del suo stato di salute e la supplicò di andare dalla maestra Katara per iniziare il trattamento. Versando lacrime amare, Korra accettò finalmente e abbracciò sua madre.
L’esperta guaritrice constatò che il veleno aveva causato gravi danni interni, oltre a quelli traumatici. Alla domanda di Korra se poteva guarirla, Katara sospirò e le disse che il processo di guarigione sarebbe stato lungo e dipendeva molto anche da lei stessa. Per iniziare le ordinò di concentrarsi completamente sul suo alluce immaginando che si stesse muovendo. Dopo alcuni momenti di tensione, riuscì nell'intento, a gran gioia di entrambe. Come promesso Korra ricevette lettere dei suoi amici ma non rispose mai.
Nelle settimane seguenti Korra era migliorata abbastanza per tentare di alzarsi con l’aiuto di alcune barre. Ci riuscì, ma quando stava per fare un passo, i ricordi di Zaheer la sommersero e cadde rovinosamente a terra. Katara la rassicurò che era al sicuro e che doveva usare la mente per spazzare via il dolore, ma Korra questa volta si arrese.
Korra continuò la sua riabilitazione, ma nei successivi sei mesi i suoi progressi erano stati marginali. Un giorno si arrabbiò con il mondo e gridò a Katara che era arcistufa di non potersi muovere e di dipendere sempre da altri per cose anche basilari. Si rese subito conto di aver esagerato e si scusò con la sua maestra che invece di prendersela le suggerì di lasciar andare la sua rabbia e la sua frustrazione. Vedendola così depressa, Katara raccontò come si era sentito Aang quando dopo il suo risveglio aveva saputo di aver perso tutta la sua cultura e ogni persona a lui cara. Cercò di trovare il senso in tutta questa sofferenza e alla fine trovò la pace interiore. Korra chiese cosa potrebbe trovare lei, e la risposta fu che questo sarebbe bello da scoprire. La giovane donna decise di tentare di nuovo e, con fatica, riuscì a fare i passi necessari per arrivare alla fine delle barre e da Naga che la stava aspettando.
Dopo questa piccola vittoria, Korra continuò a migliorare costantemente. All'arrivo per una visita di Tenzin al Sud qualche mese dopo era già capace di correre e di usare i suoi domini. Subito volle dimostrargli i suoi progressi, trascinando Tenzin verso il campo di allenamento del dominio del fuoco. Affrontò tre dominatori del fuoco, ma dopo un buon iniziò una visione di Zaheer la scombussolò, facendola cadere a terra. Il match venne fermato da Tenzin e Korra si lamentò del fatto di essersi sentita così pronta, quando invece aveva fallito di nuovo. Doveva tornare presto in forma, dato che la situazione nel Regno della Terra dopo la morte della regina era ancora in subbuglio, ma venendo a sapere che Kuvira stava riuscendo a stabilizzarlo, si rattristò, affermando che la dominatrice del metallo stava facendo il suo lavoro. Al consiglio di Tenzin sul fatto di essere paziente, Korra minacciò di schiaffeggiarlo con una frusta d’acqua.
La riabilitazione di Korra andò avanti per due anni e mezzo. Verso la fine di questo periodo Korra rispose finalmente a una delle lettere di Asami dove si scusò per non aver risposto prima. Infatti finora non l'aveva mai fatto, nonostante avesse letto ogni singola lettera. Scrisse alla sua amica che questi anni erano i più difficili della sua vita e che nonostante fosse ora capace di correre e di usare i domini, non era ancora capace di entrare nello Stato Avatar. Inoltre ammise di essere ancora perseguitata da incubi e che si sentiva ancora incerta, temendo di non riprendersi mai più al cento per cento. Concluse la lettera con la richiesta di non dire a Mako e Bolin che aveva risposto a lei e non a loro, dato che sentiva che poteva confidarsi soltanto con lei.
Viaggio solitario[]
Durante una cena con i genitori, Korra parlò loro dei suoi piani per tornare a Città della Repubblica per completare la sua riabilitazione con l’aiuto dei suoi amici. Respinse il suggerimento di Tonraq di chiedere al Loto Bianco di preparare una nave, perché voleva andarci la sola per chiarire le sue idee.
Durante il viaggio Korra si fermò su un’Isola per comprare dei viveri. Un venditore di pesce la riconobbe come l’Avatar e le chiese di posare per una foto, proprio come Aang decenni prima. In quel momento divennero testimoni di una rapina e il pescatore spinse Korra ad intervenire nonostante non fosse sicura. Riuscì a fermare i ladri, ma venne sconfitta facilmente, suscitando i dubbi delle persone intorno a lei se fosse veramente l’Avatar.
Korra se ne andò piena di vergogna e dopo alcuni giorni raggiunse le acque di Città della Repubblica, ma quando fu nelle vicinanze dell’Isola dell’Aria, sulle rocce vide sé stessa in Stato dell'Avatar come era stata durante il combattimento contro Zaheer. Vedendo la visione terrificante, realizzò di non essere ancora pronta e cambiò rotta verso un punto ignoto del Regno della Terra. In una baia comprò abiti civili della Terra, si liberò degli identificativi della sua tribù e si tagliò i capelli per viaggiare in incognito.
Nei mesi successivi Korra viaggiò da sola per tutto il regno alla ricerca di qualcosa che non conosceva neanche lei. Raggiunse il portale spirituale dei Nord per accedere al mondo spirituale e meditare nell’Albero del Tempo. Alcuni spiriti la riconobbero nonostante non sentissero in lei lo spirito di Raava; lei spiegò il motivo di questo e del suo cambiamento negli abiti e nei capelli. Ma quando la meditazione non diede i frutti sperati, Korra se ne andò, rifiutando l’aiuto degli spiriti. Voleva trovare la strada da sola, dato che finora affidarsi agli altri non era stato il massimo.
Per impedire che i suoi genitori si preoccupassero, Korra scrisse loro delle lettere con l’indirizzo falso, affermando di essere arrivata sana e salva a Repubblica e che era felice di rivedere i suoi amici. In realtà stava attraversando deserti, scalando montagne e boschi, venendo sempre perseguitata da quella visione spaventosa di sé stessa. Una volta pensò di vedere Raava, ma era stato solo un miraggio nel deserto.
Tormenti e un aiuto inaspettato[]
Lo spettro di sé stessa la stava sempre perseguitando, ma stavolta tentò di ribellarsi a lei in un vicolo, invano. Per strada incontrò un cagnolino bianco che reagiva allo spettro, instaurando in Korra la speranza che forse non stava impazzendo del tutto.
La Korra oscura la guidò verso un magazzino dove era in ballo un torneo di duelli di dominio della terra illegali. Vedendo lo spettro all'interno del ring, Korra lo prese come un invito e si iscrisse tra i partecipanti. Combatté contro un’altra donna, ma quando questa si sovrappose alla visione dello spettro, Korra venne travolta dalla nemica e dopo una lotta disperata finì a terra perdendo l’incontro. Dopo che gli spettatori se n’erano andati, Korra prese il suo magro premio; l’uomo addetto notò che lei somigliava alla ragazza Avatar e si chiese cosa stesse facendo, a cui Korra rispose con indifferenza che non ne aveva idea.
Korra si nascose in un bagno pubblico per curarsi le ferite senza essere vista, osservando il suo viso nel riflesso di uno specchio rotto. Fu costretta ad uscire prematuramente per colpa di un uomo che aveva bisogno di un bagno e s’incamminò nuovamente, venendo quasi travolta da una macchina per la sua disattenzione. Vide nuovamente lo spettro di sé stessa che la catturò con la sua catena e si avvicinò minacciosamente. Attaccò con un pugno di fuoco, ma si rese conto che era stata, come sempre, un’allucinazione.
Il giorno dopo Korra stava per lasciare la cittadina e arrivò nei pressi della Palude Nebbiosa del Banya. Il cagnolino, che la stava nuovamente guidando, si trasformò in uno degli spettri dell’Albero del Tempo e le disse che in questa palude doveva incontrare ‘qualcuno’. Korra lo inseguì, ma finì in una pozzanghera davanti ai piedi dello spettro di sé stessa in Stato Avatar. Si spaventò e si ripeté che fosse soltanto un frammento della sua mente, ma venne catapultata contro un albero e sommersa da attacchi di fuoco, acqua e terra. Korra cercò di scappare, ma la catena dello spettro si legò alla sua caviglia - come aveva fatto lei stessa con Zaheer - e la trascinò a terra, dove venne sommersa in una pozzanghera di mercurio e perse i sensi.
Korra si risvegliò in una caverna buia dove una donna anziana stava mescolando qualcosa nella sua pentola. La giovane donna chiese dove fosse e cosa fosse successo, ma non ricevette risposta oltre a quella di essere stata trovata a terra priva di sensi. Quando Korra spiegò che aveva seguito uno spirito, la donna ignota rispose che erano stati i suoi sensi di Avatar ad averla guidata, e dovrebbe iniziare ad ascoltarli. Incuriosita, Korra si alzò e le si avvicinò con un fuoco in mano per illuminare la caverna. Con immensa sorpresa riconobbe la donna come Toph Beifong, che la salutò con ‘Piedi rapidi’, il nickname che aveva usato con Aang.
Ritrovare sé stessa[]
Dal giorno seguente Toph si mise in carica di far tornare l’Avatar in piena forma, dato che nello stato attuale faceva troppa pena per essere d’aiuto al mondo. I due si confrontarono in duelli d’allenamento e Korra usò tutti i suoi domini, ma venne sempre catapultata a terra come un pupazzo, mentre Toph non si doveva neanche impegnare. Dopo un atterraggio particolarmente imbarazzante la dominatrice della Terra cieca le chiese dove stava sbagliando e le ordinò di smettere di pensare durante una battaglia. Korra finì nuovamente a terra e Toph la giudicò come ‘patetica’. Korra si difese dicendo che Toph si stesse divertendo anche troppo alle sue spalle, cosa che questa ammise senza tanti preamboli.
Korra le chiese come mai Toph avesse deciso di scollegarsi così dal mondo, vivendo da sola in questa palude sperduta, ma venne corretta subito con la spiegazione che ora era più connessa che mai. A un attacco mancino da dietro, Toph rise dicendo che tra loro due quella cieca era Korra.
L’Avatar era frustrato della sua performance e sbuffò che si sentiva ancora strana, come se avesse addosso dei pesi che la stavano trattenendo. Toph le rivelò che era naturale data la quantità di mercurio nel suo corpo. L’informazione sorprese Korra parecchio, dato che aveva pensato che Suyin lo avesse tolto del tutto, ma Toph la derise e la chiamò ‘peggior Avatar della storia’ per non aver notato una cosa tanto ovvia.
Al ritorno nella caverna, Korra si sdraiò per permettere a Toph di estrarre il veleno residuo, ma all'inizio del processo la giovane donna si irrigidì e gridò dal dolore. Castigandola per non essere abbastanza rilassata, l’anziana ritentò, ma stavolta al dolore si aggiunsero anche visioni di Zaheer. Toph si arrese e disse a Korra che doveva estrarlo da sola, dato che a quanto pare voleva tenerselo dentro per sempre, forse per avere una scusa per sfuggire ai suoi obblighi da Avatar. Se voleva sparire, era venuta nella palude giusta.
Durante i giorni successivi Korra chiese a Toph delle sue avventure con l'Avatar Aang, ma i racconti non erano soddisfacenti. Impaziente, Korra iniziò a muovere i piedi sul terreno, cosa che disturbò l’anziana dominatrice e la mandò a raccogliere funghi. L’Avatar vagò per la palude, dove veniva nuovamente perseguitata dalle visioni dei suoi vecchi nemici e dei suoi traumi maggiori: Amon, quando le aveva tolto i domini; Unalaq, quando le strappò via Raava; sé stessa come prigioniera del Loto Rosso.
Korra si ritirò su una radice, dove venne trovata da Toph. Ammise di avere queste visioni dei suoi nemici passati, a cui questa le ripose che se lo aspettava, dato che la palude ha la tendenza di giocare con le menti delle persone per fargli capire cose importanti. Come aiuto Toph spiegò i motivi degli antagonisti passati e che avevano avuto delle buone idee - parità, spiritualità, libertà - ma avevano perso il loro equilibrio e avevano portato i loro ideali allo stremo. Alla domanda su cosa dovesse fare, l'anziana dominatrice affermò che se voleva essere pronta per nemici futuri, doveva affrontare le sue paure e smettere di combattere con i fantasmi del passato. Quando Korra sospirò di non sapere come fare, Toph la guidò all’albero del Banyan.
Arrivati all’albero, l'anziana Beifong le spiegò che le sue radici erano connesse con tutta la palude e che lei stessa aveva speso troppo tempo sconnessa dai suoi amici e da sé stessa. Poggiando una mano sull’albero, Korra vide Jinora, Ikki e Meelo che la stavano cercando, e al loro arrivo pianse dalla gioia. I bambini di Tenzin si presentarono a Toph, poi chiesero a Korra di fermare Kuvira, che ormai si era trasformata in una sorta di dittatrice militare. L’Avatar esitò, ma l’insistenza dei bambini la convinse che il mondo aveva ancora bisogno di lei.
I cinque tornarono nella caverna e Korra si preparò per dominare il metallo fuori dal suo corpo, liberando la sua mente. Il processo le causò nuovamente dolore e visoni, così Toph le disse di lasciar andare la paura e di concentrarsi. Al secondo tentativo Korra riuscì a liberarsi dell’ultima parte restante del veleno, ricevendo il primo complimento dal suo arrivo. Senza di esso si sentì subito più leggera ed entrò brevemente nello Stato Avatar, per la prima volta in tre anni. Strafelice chiese se poteva abbracciarla, e a quella richiesta Toph rispose che si era guadagnata il diritto di farlo. Montando sul bisonte volante insieme ai bambini, Korra salutò Toph e se ne andò.
Attacco a Zaofu[]
Nonostante il piano originale fosse di tornare subito a Città della Repubblica, Korra voleva andare a Zaofu per far capire a Kuvira che l’Avatar era di nuovo attivo. Non per combatterla, ma per parlarle, dato che sa che le deve la vita di suo padre.
Una volta in città, Korra volle sapere della relazione tra Suyin e Kuvira e come mai la situazione fosse precipitata così. Affermò nuovamente di voler cercare una soluzione pacifica. Baatar Jr, figlio più grande di Suyin e vice-comandante dell’armata della Terra, accompagnò Korra da Kuvira e le due iniziarono a parlare. La comandante militare chiese perché dovrebbe trattare diversamente Zaofu, l’ultimo ostacolo prima di ricreare il regno della Terra unito. Korra ammise che Kuvira, durante la sua assenza per la riabilitazione, aveva dovuto prendere decisioni difficili per impedire che la sua nazione cadesse nel caos, e venne mandata indietro per convincere la matriarca a far arrendere Zaofu pacificamente. Fino al suo ritorno avrebbe rimandato l'attacco.
Al suo ritorno Korra venne a sapere che Suyin, insieme a Wing e Wei, voleva attaccare Kuvira di nascosto per porre fine a questa storia, ma Opal e Jinora vollero fermarli. Però aiutarli senza farli scoprire e scatenare un attacco era pressoché impossibile, ma la questione si risolse quando i tre vennero catturati dal nemico e arrestati. Korra offrì a Bataar jr. di negoziare con la comandante, portando con sé soltanto Opal e Jinora.
La mattina seguente i tre affrontarono Kuvira per risolvere questo conflitto imminente. Questa ordinò di consegnarle Zaofu, e quando Korra affermò che non poteva permetterlo, Kuvira rispose che non aveva il diritto di immischiarsi in faccende interne di un altro paese e che si stava lasciando andare alle sue emozioni. Opal spinse Korra a fermare Kuvira e costei chiarì che l’unico modo per farlo era batterla con la forza. L’Avatar accettò a malavoglia; i due dominatori dell’aria le consigliarono di usare lo Stato Avatar subito per finirla il più presto possibile, dato che la dominatrice del metallo era molto abile. Korra rispose che voleva usarlo solo come ultima spiaggia; Kuvira le permise di usare tutto ciò che aveva.
Le due donne si affrontarono davanti a tutta l'armata senza risparmiarsi, ma Korra ebbe subito molta difficoltà contro l’agilità e la flessibilità tra terra e metallo della sua avversaria. Dopo essere stata atterrata più volte, Opal si offrì di aiutarla ma si sentì rifiutare, affermando che ce la poteva ancora fare. Spingendosi al limite entrò nello Stato Avatar e riuscì finalmente a colpire Kuvira, ma quando stava per lanciarle addosso un macigno enorme venne sorpresa dalla visione di Kuvira che si trasformò nel suo spettro oscuro. Lo shock la catapultò fuori dallo Stato Avatar e in seguito venne colpita duramente e catturata tra cumuli di terra. Quando Kuvira stava per darle il colpo di grazia, Jinora e Opal tennero a bada i nemici, permettendo a Korra di liberarsi. Il gruppo salì in groppa al bisonte di Opal e Pepper e scapparono via, e Korra perse i sensi a causa dello sforzo.
Riunione con gli amici[]
Finalmente Korra fece ritorno a Città della Repubblica, atterrando al Tempio dell’Aria dove venne attesa da Naga. La giovane venne accolta calorosamente da Bumi, ma quando Tenzin voleva sapere di Zaofu, Korra dovette ammettere l’amara sconfitta.
Dopo essersi cambiata indossando degli abiti della Tribù dell’Acqua, Korra chiamò Mako e Asami per incontrali in un ristorante in città. Trovando l’ingegnera ad aspettarla mentre leggeva un fascicolo, Korra le chiese se la stava aspettando da molto tempo. Asami rispose sorridente che erano soltanto tre anni; e a seguito di questo le due donne si abbracciarono complimentandosi a vicenda per i cambiamenti. Nel ristorante trovarono già Mako, ma purtroppo al gruppo si aggiunse il Principe Wu, erede al trono della Terra, annoiando Korra con i suoi modi di fare. Quando Wu le chiese di mostrargli lo Stato Avatar per vedere i suoi occhi illuminati, Korra si rifiutò, istigando Asami a chiedere se aveva riacquistato quel potere dato che aveva scritto che non ci era riuscita. Mako capì che Korra aveva risposto solo ad Asami e se la prese, anche se la donna del Sud si scusò subito, dato che non sapeva cosa scrivere.
Quando la giovane Sato raccontò di aver fatto visita per la prima volta a suo padre in prigione, Korra chiese se veramente poteva fidarsi di lui o se la stava nuovamente manipolando. Questa reazione fece arrabbiare Asami che ribadì che non aveva il diritto di mettere in dubbio le sue azioni, dato che era sparita per ben tre anni. Korra si difese notando che non aveva avuto di certo in mente di stare via per così tanto tempo, ma era perché non si era mai sentita abbastanza pronta per tornare prima. Il litigio venne interrotto da Wu che dovette andare in bagno, ma stette via per troppo tempo. Mako, che era anche la sua guardia del corpo, si insospettì e andò a controllare. Korra notò come un cameriere stava portando via un bagaglio stranamente grande e, confrontando l’uomo, vide che dentro c’era un Wu incosciente. Ma prima di poter intervenire venne catapultata via da un attacco di terra e non riuscì a fermarlo. La vittima venne caricata in un camion che la squadra Avatar inseguì prontamente per le strade, ma quando riuscirono a bloccalo, lo trovarono vuoto. Per trovare Wu, Korra usò le vigne spirituali e lo individuò vicino alla stazione di Repubblica. I suoi amici le chiesero da dove lo avesse imparato, così Korra raccontò del suo incontro con Toph Beifong.
Seguendo sempre la sua presenza attraverso le liane, il trio trovò il treno giusto e salirono a bordo per cercare il principe. All'affermazione di Mako che non sapeva se fidarsi dell’istinto dell'Avatar, Korra sbuffò che se Mako avesse fatto il suo lavoro non sarebbero finiti in questa situazione. Alla fine lo trovarono all’interno di un cofano, ma erano già circondati da agenti di Kuvira. Korra aprì un buco nel tetto del vagone e ordinò a tutti di salire, e la battaglia si spostò all’aperto. Ma prima di finire in un vicolo cieco, Korra circondò il gruppo con una bolla d’aria e saltarono giù dal treno.
Dopo l’atterraggio Wu ringraziò Korra per averlo salvato, mentre i tre amici si scusarono per la tensione di prima, abbracciandosi a vicenda. Quando Wu volle aggiungersi, Korra lo spinse via.
Affrontare le paure[]
Korra ritornò al Tempio dell’Aria con Asami, dove si prese un momento di pace per pensare. Quando le chiese a cosa stava pensando, Korra rispose che stava rimuginando sulle parole di Toph riguardo il fatto se l’Avatar fosse davvero un relitto del passato e fermare Kuvira fosse inutile. Asami obiettò con passione, ma la donna del sud spiegò che aveva capito che il mondo era stato e resterà sempre in disequilibrio, con o senza il suo contributo. Le sue esperienze hanno creato in lei la paura di essere l’Avatar, di commettere errori, di non esserne all’altezza. Si sentiva in colpa per aver tradito Tenzin e per aver aperto i portali spirituali, gettando il mondo nel caos; si diede la colpa per aver permesso la distruzione di Raava e aver creato l’Avatar oscuro, per aver perso le vite precedenti. Anche se il ritorno dei dominatori dell’aria era stato un effetto positivo - come notato da Asami - aveva purtroppo anche permesso a Zaheer di liberarsi e di averla quasi uccisa.
All'affermazione che niente sarebbe mai cambiato, Tenzin condivise la sua idea, ma specificando che, nonostante ci saranno sempre nuovi nemici, Korra aveva imparato dai suoi avversari, migliorando sé stessa e trasformandosi da una ragazzina testa-calda e attaccabrighe in una donna saggia e altruista. Profondamente toccata, Korra ringraziò Asami e Tenzin per averle fatto capire queste cose, annunciando che non smetterà mai di cercare di riportare il mondo in equilibrio.
Qualche giorno dopo Jinora avvertì Korra che c’era qualcosa di strano con le liane spirituali; quando Korra lesse nelle connessioni spirituali, vide come dei soldati di Kuvira stavano raccogliendo radici dalla Palude Nebbiosa. Mentre Jinora andò alla ricerca di un gruppo di dominatori dell’aria dispersi in quella che viene chiamata Foresta delle Liane, Opal e Korra andarono da Raiko per raccontargli della scoperta.
Quando le due donne arrivarono al municipio, piombarono inavvertitamente in una riunione del governo mondiale, a parte i rappresentativi delle tribù dell’acqua. Ma prima che Raiko potesse buttarle fuori, arrivarono Varrick e Bolin, affermando che Kuvira stava costruendo una nuova super-arma. Korra aggiunse la sua scoperta sulle vigne spirituali e che le cose potrebbero essere connesse. Lei e Mako accolsero Bolin di nuovo nel gruppo, anche se dovettero ammettere che il ragazzo doveva riconquistarsi la loro fiducia. Cercò di rallegrare Bolin dicendo che se c’era una persona in cui la gente aveva perso fiducia, era lei dopo la figuraccia a Zaofu.
Mako e Korra vennero contattati dallo spirito di Jinora con una richiesta d’aiuto: lei e altri erano stati catturati dalle liane spirituali. Korra chiese alla polizia di potersene occupare, dato che anche se non era l’Avatar di una volta, poteva salvare le persone prigioniere. Arrivarono in un edificio pieno di bacini luminosi che contenevano i corpi dei prigionieri, mentre i loro spiriti erano confinati nel mondo spirituale. Korra tentò di liberarli tramite il dominio spirituale, ma non ci riuscì. Fallì anche nel meditare per entrare nel mondo spirituale, dato che ad ogni tentativo veniva messa a confronto nuovamente con il trauma del combattimento con Zaheer e la sensazione di soffocare. Concluse che doveva affrontare Zaheer personalmente e chiese a Tenzin il permesso di incontrarlo in prigione, che le venne concesso con riservatezza. Mako chiese se era veramente pronta, e Korra ripose che doveva provare a sé stessa che lui non era più un pericolo per lei.
Una volta al suo cospetto gli disse in faccia che non aveva più paura di lui, ma la sua bugia venne subito smascherata. Arrabbiata, Korra fece segno di volersene andare, ma il dominatore la fermò, dicendo che sapeva che non era capace di entrare nel mondo spirituale. La giovane donna gridò che era lui il problema se non poteva più raggiungere la sua energia spirituale, dato che era stato lui a rovinarla con quel veleno e farle perdere la fiducia della gente.
Aggiunse con tristezza che doveva accettare il fatto che non sarà mai più la stessa di prima, a cui Zaheer affermò che nessuno dei due era più quello di prima. Lui aveva acquisito il potere di volare, ma era legato da pesanti catene. Invece lei, che aveva in mano tutto il potere del mondo e la libertà di usarlo, aveva deciso di trascinarsi giù da sola. Ai dubbi della donna Zaheer aggiunse che pensava che il potere di Korra era infinito, dato che era riuscita a combattere contro quel veleno che avrebbe dovuto ucciderla.
Korra ignorò l'affermazione secondo la quale il suo blocco fosse di origine psicologico e ribadì che uccidendo la regina Hou Ting, Zaheer aveva creato il ‘peggior dittatore della storia del Regno della Terra’. Dato che quel blocco la aveva resa inabile a fermare Kuvira, che per Zaheer era un nemico comune, il dominatore dell’aria si offrì di aiutarla a tornare nel mondo spirituale. Non avendo altra scelta, Korra accettò, ma poco dopo la loro meditazione venne subito attaccata dalle solite visioni di soffocamento. Zaheer la istruì a lasciar andare le visioni, di non opporsi a loro. Doveva accettare cosa le era successo e non rimuginare sul che cosa sarebbe potuto succedere. Nella visione stava per cadere nel vuoto, temendo di soffocare, ma Zaheer le disse di resistere. Quando il suo corpo stava per scaraventarsi nel baratro della visione, Korra notò con sorpresa che era arrivata nel mondo spirituale.
Quando Zaheer la lasciò da sola alla ricerca di Jinora, lo spirito di Raava illuminò il corpo di Korra che chiese dov’era stata per tutto questo tempo e che le era mancata. Lo spirito affermò che era sempre stata dentro di lei; insieme trovarono Jinora e gli altri. Quando Raava disse a Korra che doveva dominare l’energia intorno al campo energetico che li teneva prigionieri, Korra ribadì che nel mondo spirituale era impotente. Raava la corresse dicendo che invece era nello stato più potente, dato che era connessa con tutta l'energia. Con questa informazione Korra appoggiò una mano sul campo di forza e, entrando in Stato Avatar, liberò i prigionieri.
Tornando nel mondo materiale, Korra disse a Mako che era finalmente riuscita ad accettare cosa le era successo e anche se non perdonerà mai Zaheer, ora poteva guardare in avanti e diventare più forte.
A una riunione poco dopo con Raiko, Tenzin, Mako e Bolin, Varrick e Asami presentarono i loro progetti per dei nuovi piccoli mecha biposto volanti, i Colibri-Suits. Quando Raiko volle spingere i due ad usare anche loro l'energia delle liane spirituali, Korra si oppose fermamente, affermando che era stato l'uso delle liane a scopi bellici che aveva causato l'attacco alle persone qualche giorno fa. Si rifiutò inoltre di raccoglierle come Avatar, ponte tra i due mondi, ma si offrì di parlare con gli spiriti per chiedere aiuto per difendere la città, ormai anche casa loro.
Mentre i due ingegneri iniziarono con i loro lavori, Korra cercò di parlare con gli spiriti, ma con suo gran dispiacere nessuno volle dialogare e sembrava che tutti se ne stessero andando. Meditando davanti all'Albero del tempo, si accorse che gli spiriti erano tornati nel mondo spirituale. Presentandosi ufficialmente come Avatar chiese un'alleanza per difendere il nuovo mondo che era di dominio comune. Purtroppo la loro risposta fu che gli spiriti non si immischiavano nelle ridicole guerre degli esseri umani e se ne andarono. Korra dovette accettare la sconfitta.
Lotta per la Città della Repubblica[]
Sapendo che l'armata di Kuvira era alle porte di Città della Repubblica, Korra e gli altri si radunarono per iniziare a pensare all'evacuazione della metropoli, ma rimase costernata dalla lentezza di ciò. Era felice dell'arrivo di Suyin Beifong e la sua famiglia che erano stati liberati da Bolin, Lin e Opal. Si scusò per il suo fallimento a Zaofu, ma poi Zhu Li aggiunse che Kuvira stava per arrivare con una sorta di super-cannone spirituale fra due settimane. Lin notò che molto probabilmente arriverà attraverso la linea ferroviaria, e al suggerimento di distruggere i binari Raiko finalmente era sulla loro stessa lunghezza d'onda. Insieme alla squadra Avatar, Korra propose di attaccare di nascosto e da dietro il nemico per distruggere il cannone, e Tenzin le prestò un suo bisonte volante.
Korra e gli altri rimasero scioccati dall'avanzamento di Kuvira, in anticipo di una settimana sul programma, e la grandezza del marchingegno usato per trasportare il cannone: un robot in forma umanoide alto almeno venti metri. Vennero attaccati subito, ma riuscirono a volare via. Tornarono in città per fare rapporto e spiegarono che il nemico era quasi alle porte e che era in possesso di un'arma terribilmente distruttiva. L'evacuazione venne accelerata, e la squadra Avatar con Suyin, Wei e Wing si avviò per il magazzino di Industrie del Futuro per cercare di attivare almeno alcuni dei nuovi mini-tanks volanti, chiamati Colibrì. Korra volò alla frontiera dal Generale Iroh II, ma rimase scioccata dalla facilità con la quale la sua flotta era stata annientata e dalla resa di Raiko. Kuvira ordinò che le consegnassero le truppe e l'Avatar, ma il generale spinse Korra a tornare in città prima di essere vista e di trovare un modo per distruggere quel cannone.
Tornata al magazzino di Industrie del Futuro, Korra avvertì tutti che Raiko si era arreso e che erano rimasti solo loro a fermare Kuvira. Quando Varrick notò che Bataar jr era un inventore migliore del previsto per aver aiutato a creare un'arma del genere, Korra ebbe l'idea di prenderlo come ostaggio per farne rivelare i punti deboli. Il gruppo s'infiltrò nella nave aerea del vice-comandante e riuscirono nell'intento.
All'inizio Korra provò a minacciare di ferirlo nello Stato Avatar, ma Bataar capì subito il bluff, ma cedette quando Korra affermò che farà tutto per tenerlo lontano da Kuvira, la sua fidanzata. Si offrì di contattare la dittatrice via radio e sembrava che il piano avesse funzionato: Kuvira accettò di lasciare in pace Repubblica se Bataar fosse stato liberato; ma Mako si accorse appena in tempo che il nemico li stava prendendo di mira con il loro super-cannone. Kuvira fece saltare in aria il magazzino senza badare alla vita del suo fidanzato: il gruppo riuscì a scappare all'ultimo istante, ma ormai l'attacco massiccio era iniziato.
Korra si rifiutò di consegnare la città alla dittatrice, ma ora l'obiettivo principale era la distruzione del robot con il cannone. mentre Suyin, Varrick e Asami portarono Bataar Jr nella fattoria di Industrie del Futuro, dove gli inventori cercavano un punto debole del nemico e di aiutare i dominatori, e Korra e gli altri volevano cercare di fermarlo in qualche modo. I dominatori dell'aria e Korra si disposero sui tetti; mentre i bambini lanciarono palloncini pieni zeppi di vernice colorata per oscurare le finestre della sala comandi del mecha, Bolin fece affondare i suoi piedi nel terreno. Al loro segnale Korra entrò nello Stato Avatar e lo colpì con una scarica d'aria impressionante e stava per fargli perdere l'equilibrio, ma poi Kuvira la attaccò con il cannone energetico e dovette scappare in cima a un piccolo tornado. Purtroppo venne quasi colpita da uno dei raggi mortali e riuscì a salvarsi soltanto tramite l'uso massiccio del suo dominio della terra. Il primo attacco era fallito, dovettero perciò ritirarsi.
Tornati all'officina di Asami, Korra fu scioccata di trovare Lin che portava con sé Hiroshi Sato, ma si calmò quando questi gli offrì degli spunti validi, per esempio attaccare come un virus dall'interno. Mentre gli ingegneri lavoravano per migliorare le torce al plasma fino a poter penetrare anche la corazza di platino del mecha di Kuvira, Korra e gli altri tornarono sul campo di battaglia per fermare il suo avanzamento. Usando lo Stato Avatar Korra volò su una tromba d'aria per evitare i raggi di energia di Kuvira e lanciò macigni enormi, ma purtroppo senza poter causare danni seri.
Battaglia finale[]
Finalmente arrivarono i due piccoli velivoli con a bordo Varrick e Zhu Li in uno, Hiroshi e Asami nell'altro, e si misero subito all'opera per creare un buco nella corazza del gigante di metallo, ma dovettero allontanarsi più volte per i movimenti continui del mecha. Per fermare Kuvira Korra alzò l'acqua del fiume sul gigante e lo ghiacciò, catturandolo per metà in una montagna di ghiaccio. Varrick e Zhu Li vennero atterrati, ma Asami e Hiroshi riuscirono ad agganciarsi ad una gamba e iniziarono a tagliare la corazza. Purtroppo non poté impedire che il Suit venisse schiacciato dalla mano del gigante, causando la morte di Hiroshi Sato, ma non perse tempo e insieme a Mako, Bolin, Suyin e Lin entrò nella breccia creata con il sacrificio del padre di Asami.
Una volta al suo interno, Korra ordinò alle sorelle Beifong di disattivare il cannone e a Bolin e Mako di distruggere il nucleo energetico. Lei stessa voleva affrontare Kuvira di persona e assicurò che stavolta il duello finirà in modo diverso. Sfondò le porte che portavano al centro di comando e abbatté subito le guardie per poter combattere con Kuvira da sola. Le due donne non si risparmiarono e combatterono in quello spazio ristretto usando i loro domini, atterrandosi a vicenda. Il combattimento venne interrotto dall'esplosione del nucleo che spezzò il gigante in due parti, che caddero sugli edifici circostanti.
Una volta riprese dalla caduta, Korra aprì un varco e portò fuori la sua avversaria evidentemente ferita e le disse con severità che era finita e che doveva annunciare il suo ritiro. Ma Kuvira non ne volle sapere di arrendersi e la colpì a tradimento con una roccia, e prima che l'Avatar potesse rialzarsi, era già scappata verso la Foresta delle Liane. Korra la rincorse, ma facendo così cadde in una trappola: si ritrovò direttamente davanti alla bocca del cannone che si era staccato prima e che era atterrato proprio lì, impigliato nelle liane. Quando l'arma enorme iniziò a caricarsi con l'energia delle liane spirituali intorno, Korra dovette tuffarsi di punto in bianco per scansare il raggio, salvandosi la vita. Ma Il cannone si stava sovraccaricando e Korra ordinò a Kuvira di spegnerlo subito, cosa che le risultò impossibile. Quando il raggio stava per eradicare Kuvira, Korra saltò davanti e lei ed entrò nello Stato Avatar per fermare il flusso di energia, causando un'esplosione enorme.
Quando lei e Kuvira ripresero conoscenza, si ritrovarono nel Mondo degli Spiriti. Kuvira era incosciente un po' di più e quando si vide in braccio a Korra, la spinse via e si chiese se erano morte. Korra scosse la testa e spiegò che l'esplosione aveva creato un passaggio tra il mondo reale e quello spirituale. Perplessa, Kuvira volle sapere perché Korra avesse fatto una pazzia del genere, rischiando la sua vita per una come lei, e l'Avatar rispose che aveva visto se stessa in Kuvira. Entrambe erano determinate, battagliere e ogni tanto non pensavano alle conseguenze del loro operato. Kuvira si difese dicendo che voleva soltanto il bene del suo paese, affinché nessuno dovesse più soffrire la fame e Korra capì che questo desiderio aveva origine nel suo destino da orfana. Le rivelò che dopo essere stata avvelenata c'erano stati momenti in cui aveva pensato di fare di tutto per riprendere il controllo sulla sua vita, anche cose forse non positive. Mancava poco e sarebbe diventata come lei.
In seguito a questo Korra aiutò Kuvira ad uscire dal mondo spirituale e tornò dai suoi amici che erano contenti e sollevati di rivederla. Rilasciò Kuvira che ammise la sconfitta ed ordinò a tutti i suoi soldati di arrendersi. Asami e Korra si sorrisero, ma poi l'Avatar venne sommersa da un abbraccio di gruppo.
Un nuovo inizio[]
Qualche settimana dopo Korra assistette alle nozze di Varrick e Zhu Li, dove seppe che il re Wu aveva in mente di abolire la monarchia e di trasformare il regno della Terra un una nazione democratica. Poi chiese a Mako come stava il suo braccio ustionato dai fulmini e si scusò per non saper dire altro oltre che 'grazie'. Mako rispose che bastava quello, e che lui sarebbe sempre qui per lei, non importa quando e dove.
Poco dopo Korra uscì per stare un attimo da sola, ma venne avvicinata da Tenzin che sorrise dicendo che Aang non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe apparso un portale spirituale nel ben mezzo della sua città. Il dominatore dell'aria le fece i complimenti, aveva cambiato il mondo in pochi anni e raggiunto più obiettivi degli altri Avatar nella loro intera vita. Korra ammise che dopo l'avvelenamento si era ritrovata in un posto veramente oscuro, ma aveva capito che era stato necessario sopportare tutte queste sofferenze per capire veramente la compassione.
In quel momento arrivò Asami che disse che Varrick voleva provare le tute dei dominatori dell'aria, portando Tenzin a correre subito via in preda al panico. Korra invitò la donna a sedersi con lei fuori sulle scale e, osservando il nuovo portale, si scusò con Asami per essere stata via così tanto tempo. La giovane Sato ribadì subito che non aveva nulla di cui scusarsi, era felice che era qui adesso; non avrebbe retto il trauma di perdere suo padre e Korra nello stesso giorno. Korra la abbracciò forte, e Asami non poté trattenere una lacrima. Quando si separarono, Korra si chiesero cosa potevano fare ora e Asami rispose che avrebbe voglia di una vacanza. Korra le offrì di andare con lei dove voleva, e la scelta cadde sul mondo spirituale.
Le due donne si cambiarono mettendosi i loro vestiti da avventura e andarono verso il nuovo portale spirituale. Avvicinandosi ad esso si tennero per mano e vi entrarono guardandosi con affetto e amore.